Tulip Fever, di Deborah Moggach

COP_Moggach_Tulip fever.inddBuongiorno, Booklovers!

Cominciamo questa settimana con un romanzo storico, che ho letto per un incontro del Just Bookclub a Messina. Sto parlando di… Tulip Fever di Deborah Moggach, dal quale è stato tratto il film omonimo con Alicia Vikander.

Trama:

Amsterdam, 1636. La città è tutta fermento e opulenza: il commercio prospera, le arti fioriscono. Come uno specchio, i canali rimandano l’immagine delle dimore più belle, tra cui quella di Cornelis Sandvoort, dove ora tutto è silenzioso e immobile: il ricco mercante e la sua giovanissima consorte, Sophia, stanno posando per il ritratto che li renderà immortali. Insieme a loro, nel dipinto, un vaso di tulipani: i fiori che, secondi soltanto alla sua bellissima moglie, sono la più grande passione di Cornelis. Così come di tutta l’Olanda, che sembra preda di una follia collettiva: i bulbi di tulipano valgono una fortuna, e c’è chi è disposto a ricorrere a ogni mezzo, lecito o illecito, pur di possedere quelli più pregiati. È Jan van Loos, uno degli artisti più promettenti del momento, a fissare su tela quella scena, che dovrà trasmettere per sempre magnificenza e armonia. Ma il suo occhio, attento ai minimi dettagli, sa penetrare l’apparenza e cogliere l’essenza più profonda. Il fuoco sotto la cenere, l’irrequietezza dietro l’obbedienza. Sarà per questo che, ogni volta che il suo sguardo indugia un istante in più su Sophia, il cuore della ragazza perde un battito. Giorno dopo giorno, tra il pittore e la sposa del mercante si instaura un dialogo muto, fatto di sorrisi furtivi e occhiate rubate. E mentre il ritratto prende forma, fuori dalla cornice prende vita una passione bruciante. Capace di consumare tutto ciò che incontra sul suo cammino, in una spirale inarrestabile di desiderio e inganno, sogno e illusione. Con pennellate intense di sensualità e suspense, Deborah Moggach ci immerge in un’epoca affascinante, un mondo brulicante di vita vera, un amore fatale.

Commento:

Avevo alte aspettative per questo romanzo, purtroppo però ne sono rimasta molto delusa (mi trovo in uno dei miei momenti No con le letture).

Partiamo con ciò che non mi è piaciuto nel dettaglio:

  • La protagonista femminile. Sophia è odiosa quasi quanto Anna Karenina, una di quelle donne che fanno una valanga di errori, fanno soffrire tutti, ma proprio tutti, e alla fine scappano dalle proprie responsabilità.
  • Il multiPOV. Una tecnica che adoro nei romanzi contemporanei ma non in quelli storici. Tra l’altro i POV sono davvero troppi, quasi tutti i personaggi, e ciò confonde un po’ il lettore.
  • Capitoli brevi. Ogni capitolo ha pochissime pagine, troppo poche per entrare nella storia e riuscire ad apprezzarla.
  • Dialoghi improbabili, poco attinenti al contesto storico.

Invece, ho apprezzato l’ambientazione, particolare rispetto ai soliti storici ambientati in Inghilterra, ma per il resto è stata una lettura profondamente NO.

Voto al libro…4! Baci, Booklovers, e alla prossima!

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